Esteri

Grecia, Italia

Non è colpa dell’operaio a cui hanno tagliato lo stipendio e a cui taglieranno anche la pensione, non dello studente a cui hanno tolto la borsa di studio, non dello statale licenziato, non del libero professionista a cui hanno aumentato le tasse sulla casa, non del pensionato a cui hanno detto che non ha più diritto all’assegno sociale.

Se la Grecia si ritrova con un’economia ormai fallita, la colpa è di una classe politica che l’Europa non ha chiesto di mandare al manicomio. Su Twitter, Giovanni Fontana (@Distintisaluti) ci fa un sunto delle pazzie della politica ellenica:

Mini-storia della #Grecia per chi non ha seguito. Falsifica i conti per entrare nell’Euro. Prende caterve di denaro in prestito. Nel 2009 comunica che il deficit è al 6%. È una bugia, si scopre che è al 13.6%. Il mondo non si fida più. Chiamano uno serio per fare i calcoli. Il tipo riceve minacce penali dall’establishment per “concordare” la cifra. Quello se ne frega e fa i calcoli per bene. Scopre che il deficit è al 15.4%, quasi il triplo di quello che dicevano. Lo processano – giuro! – perché è un complotto dell’Europa per screditare la Grecia.

Scrive Mario Sechi, direttore de Il Tempo:

Il sogno dell’Europa si sta trasformando in un incubo. È una situazione che indigna e suscita rabbia. Nessun popolo va al patibolo cantando e dicendo grazie. Nessun popolo si fa condurre alla fame e alla disperazione. Promemoria per i saggi di Berlino: quel popolo brucerà la casa di chi lo affama.